Il quadriciclo elettrico

Amo le sfumature, detesto il bipolarismo in politica, sono un contestatore nato e intransigente per necessità. Un vero rompiballe.Mescolate il tutto con la mia passione per la guida, i motori e i mezzi più disparati.Ciò che si ottiene è una forte  irritazione per la svolta degli ultimi anni nel mondo automobilistico. Quasi mi sento in dovere di sottolineare l’analogia con il vecchio adagio: “le dimensioni non contano”. Basta riflettere su una vettura in particolare che ha mantenuto lo stesso nome negli anni, ma è diventata grande il doppio. Possiamo anche discutere sul numero di vetture mastodontiche che circolano per strada. innumerevoli sono i motivi per cui si è intrapreso questo percorso e si può condividerne i principi. Si pensi ad esempio alla sicurezza e al comfort. Ma qualcuno si è chiesto se non vi siano altre ragioni, ugualmente valide che diano però un altro risultato? Io si, sarà perché trovo che un SUV sia la morte della guida o perché un 4×4 per il centro di una città dove non nevica mai è utile come la sabbia nelle mutande, per rendere l’idea. Tanto bello il libero mercato, un po meno quando sei in fila perché un anziano signore ha speso la liquidazione in una imparcheggiabile monovolume. Quando c’è l’imbarazzo della scelta non tutti sanno prendere la giusta decisione. Non dimentichiamoci che la libertà di una persona finisce dove inizia la libertà del suo prossimo. Ritorno al simpatico vecchietto che avrà di sicuro sognato per anni quella porcheria di auto, ma che non troverebbe argomenti riguardo la sua utilità. Felice del suo acquisto, sopporta volentieri la mezz’ora che impiega a parcheggiarla. Io no. Ma ho imparato a tenerlo per me. Con tutti i suggerimenti che potrei dargli, lo lascio solo con la sua disavventura quotidiana. Sto diventando insensibile e mi giustifico pensando che anche lui sa che poteva comprarsi una smart, i biglietti dell’autobus costano poco e sono pieni di suoi coetanei eccetera, eccetera, eccetera. Questi motivi sono sicuramente tra quelli che mi hanno spinto a riflessioni di natura esistenziale. L’odio per i SUV, il senso di angoscia verso le monovolume e più in generale la poca simpatia per le auto di grandi dimensioni. Ma non mi sento solo, non ho perso le speranze. Anzi, vedo qualche indicazione che più in là dovrebbe esserci un bivio, la possibile svolta per una direzione più razionale. I presagi ci sono tutti. Il concepimento all’alba dei tempi con sorpresa e stupore della smart. Perfetta, potrebbe esserlo come quella ragazza che per te è perfetta, anche se gli amici gli trovano mille difetti. Potrebbe esserlo, ma la realtà è che ti guardi intorno e inizi a vedere qualche altra ragazza, mentre la smart di concorrenti proprio non ne ha. Perfetta, coi suoi difetti, ma perfetta. Finalmente una due posti piccolina. Poi venne la follia. Quella che miscela il genio al balordo. La Renault concepisce un mezzo elettrico con i sedili in tandem per ridurre dimensioni e peso. Ma dimentica gli sportelli. Per sempre. Menzione d’onore per la birò che presenta le batterie rimovibili e nominiamo forse invano la minimo’, una twizy con gli sportelli e le batterie rimovibili. La strada comunque sembra ben delineata. Potrebbe essere il motivo dell’assenza di concorrenti della smart. Una due ruote viene vista dal mercato come un mezzo per la città, quindi basta una omologazione differente per aumentarne l’appetibilità. La smart è un’automobile, la twizy un quadriciclo e di quadricicli interessanti ne stanno nascendo in buon numero. La scelta dell’alimentazione elettrica è logica e scontata. Quindi vi sciorino qualche esempio. Dalla cina la Eli Zero e la LSEV (acronimo di Low Speed Electric Vehicle) sperando che quest’ultima cambi nome. In Israele hanno concepito la city transformer, mentre in Italia sfoderiamo l’alfazero. Il sol levante per conto Toyota presenta il prototipo i-tril nel 2017 a Ginevra. proprio in svizzera nasce la travagliata storia di microlino, un omaggio alla Isetta. Gli americani stupiscono, ci si aspetterebbe qualcosa di mastodontico invece tolgono una ruota con il triciclo dell’Arcimoto SRK. Conferma l’interesse generale verso questo nuovo segmento, l’iniziativa della ducati energia, in collaborazione con la Fondazione Politecnico, rivolta a una cinquantina di studenti del corso di Design & Engineering del Politecnico di Milano, con l’obiettivo di realizzare un quadriciclo elettrico. In un futuro non troppo lontano, vedo una super specializzazione dei veicoli e le città saranno territorio di questi mezzi.

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